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Ricordo Francesco D'Alberti

 


 


 

 

La Scuola di Alpinismo ricorda il suo Direttore

 

Alle 12,30 circa del 27 luglio scorso, sulla Cresta del Soldato, una classica via di salita alla Punta Giordani nel gruppo del Monte Rosa, un masso instabile travolgeva, facendolo precipitare, Francesco D’Alberti, Istruttore Nazionale di Alpinismo del C.A.I..

Francesco stava salendo con due compagni aspiranti Istruttori della Scuola di Alpinismo della sez. di Arona, di cui era Direttore, svolgeva con scrupolo e passione la sua “mission” di istruttore curando e consigliandoli nella progressione dell’ascensione.

Era un istruttore particolarmente serio e preparato per cui la sciagura che lo ha strappato alla famiglia ed agli amici ha un sapore amarissimo di beffa, di destino crudele che travalica le capacità di rassegnazione.

La Scuola di Alpinismo che dirigeva fa parte di un complesso didattico istituito dal C.A.I. che tramite la Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo e Scialpinismo ha lo scopo di promuovere e favorire lo sviluppo di queste attività con particolare attenzione alla sicurezza.

L’organismo comprende nel suo insieme oltre 6000 istruttori a vari livelli e ha avuto dal 1985 il riconoscimento di sola figura giuridica, oltre all’Associazione Guide Alpine, autorizzata all’addestramento ed alla conduzione di corsi inerenti le attività alpinistiche.

Allo scopo di migliorare la tecnica e la sicurezza di chi frequenta la montagna, Scuole ed Istruttori hanno lavorato intensamente pubblicando sotto l’egida del C.A.I. manuali specifici ed effettuando accurate prove di laboratorio e in ambiente su equipaggiamento e materiali.

L’attività degli Istruttori è su base volontaria senza ricevere alcun compenso : ma come spesso diceva Francesco non c’è miglior ricompensa che incontrare dopo anni un ex allievo e scoprire che è diventato un bravo alpinista. Per questo Francesco amava tanto insegnare rubando anche ore agli affetti famigliari: tanto esigente e severo con noi suoi istruttori nel richiedere il rispetto delle norme di sicurezza quanto disponibile e comprensivo con gli allievi: la presenza commossa ai suoi funerali di molti di loro testimonia la stima e l’affetto che lo circondavano.

La tanta gente che ha partecipato all’ultimo saluto avrà forse recato un poco di consolazione a Nadia e al piccolo Davide ed ai suoi genitori nel vedere quanto era amato il loro Francesco e a comprendere la sua passione per la montagna.

In noi, suoi amici e compagni di scalate, rimane la certezza che Francesco aveva percorso la Cresta del Soldato, che ben conosceva, con attenzione e prudenza e che solo all’imponderabile è da imputare quanto è successo.

Ora che Francesco se ne è andato e che niente potrà restituirlo ai suoi cari ed agli amici ci rimane il suo ricordo ed il suo esempio: continueremo da dove lui si è fermato e lo sentiremo vicino mentre senza chiedere nulla in cambio porteremo i nostri allievi in montagna.

 

Gli amici istruttori

 

 



 




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